Quotidiani online e paywall, si può migliorare



Repubblica.it attiverà un paywall: cosa significa? Sotto un profilo prettamente pecuniario significa che il sito repubblica.it sarà navigabile gratuitamente entro certi limiti, ovvero, per leggere determinati articoli, opinioni, editoriali, bisognerà pagare.

Quando ho letto questa notizia, a caldo quindi, mi sono un attimo preoccupato, poi ci ho pensato più a fondo.

La prima cosa che mi è venuta in mente è che molte volte non c'è una grande differenza fra articoli letti dal sito di un giornale e articoli che vengono stampati sul giornale: spesso ho letto articoli di un giornale acquistato la mattina pubblicati sul sito internet del quotidiano, perché ho comprato il giornale?! ho pensato, chissà che ricavo possono avere, la prossima volta aspetto che pubblichino quella notizia sul sito e me la leggo da lì senza acquistare il quotidiano.

In secondo luogo, è facile constatare che informarsi su avvenimenti di cronaca, di politica, di sport e di altri ambiti è abbastanza semplice ed economico, basta muoversi un po' sul web e le notizie si trovano facilmente.

Tuttavia il ruolo di un giornale, di un buon giornale, (almeno penso che dovrebbe essere) non è tanto quello di informare la popolazione circa un fatto, bensì quello di

creare un'opinione, cioè di analizzare gli avvenimenti e le vicende con uno spirito critico, argomentando ed illustrando punti di vista, con competenza tecnica, professionale, linguistica, in modo da guidare il lettore ad avere una contestualizzazione della notizia il più ampia possibile.

Già da questo si capisce che il lavoro che c'è dietro è ben più articolato di un semplice push delle notizie sui social network, per quello ci sono le agenzie di stampa. Il giornalista, il quotidiano coprono un ruolo molto più raffinato e impegnativo.

Alla luce di ciò, ben venga un paywall per repubblica.it e per gli altri siti di giornali, ma, MA le redazioni non dovranno proporre ai lettori gli stessi contenuti che propinano adesso! Dovranno essere elaborati con lo stesso spirito con cui vengono scritti gli articoli per le edizioni cartacee, se poi saranno migliori tanto di guadagnato (già adesso son pochi i contenuti veramente meritevoli di lode, ben scritti, ricchi culturalmente e profondamente competenti), perché col passare del tempo i giornali di carta son destinati ad essere un mass medium di nicchia. E' sbagliato impiegare sempre più giornalisti nella carta e sempre meno nel web e nel digitale! Non tralasciando inoltre che è importante che ci sia una vera competenza nell'uso della lingua scritta e parlata che devono essere in vera sinergia col linguaggio delle immagini e dei contributi audiovisivi (non un accostamento di materiale simile, ridondante e relegato al ruolo di addobbo della pagina).

Se i giornali seguiranno questa strada, penso che andranno incontro ad una via che aiuterà l'editoria a risollevarsi dalla crisi, e non solo: in questo modo avranno creato davvero un buon prodotto, ben più costruttivo, ben più utile e nobilitante per tutti noi lettori e internauti.

Commenti

  1. Se la professione del giornalista tornasse a essere come la descrivi tu la società tutta ne guadagnerebbe moltissimo. Hai centrato il problema: la trasformazione dei quotidiani online in agenzie di stampa. Tant'è che io vado indistintamente sul sito dell'ANSA (agenzia) e su quello del CORRIERE: CVD!

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    1. Mitico! Grande, grazie del tuo punto di vista! ;-)

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