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Visualizzazione dei post da 2010

Gutenberg native e digital native

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   Il libro e l’ipertesto, come abbiamo visto la volta scorsa , sono due strumenti di apprendimento (inteso in senso lato, non prettamente scolastico o universitario) con caratteristiche intrinseche notevolmente diverse, dal momento che procurano stimoli cognitivi e modi di pensare e ragionare differenti. Da ciò si deduce che una generazione abituata ad apprendere, a ragionare, a studiare con un mezzo come il libro avrà certi atteggiamenti mentali, mentre chi invece ha appreso, studiato e imparato attraverso ipertesti ed ipermedia crescerà con un modo diverso di ragionare.     Oggi vi introduco le caratteristiche che contraddistinguono una generazione dall’altra, premettendo sin da adesso che l’una non è migliore o peggiore dell’altra , semplicemente sono diverse, ognuna con i propri pregi e coi propri difetti.

Libro, ipertesto, ipermedia

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    Oggi la rivoluzione digitale ha profondamente cambiato i codici comunicativi ed uno dei primi ambiti coinvolti è quello della comunicazione formativa. Lo scenario in cui essa si trova ad operare oggi è uno scenario detto crossmediale , che cioè non vede più nel libro gutenberghiano e solo nella comunicazione in presenza i principali vettori della formazione.

La società informazionale

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   Oggi definiamo meglio questa società della conoscenza .     Più conosciuta come società informazionale (nella quale viviamo), essa è una società dei flussi d’informazione , nel senso che le nostre istituzioni globali, commerciali, formative e produttive sono sempre più in essenza basate su uno scambio simbolico di significanti, cioè sono fondate su un costante e continuo scambio di flussi di informazioni e procedure che attraversano, si creano, si aggiornano all’interno della rete reale e virtuale di organizzazioni, istituzioni ed entità sopranazionali, la quale costituisce il nostro mondo globalizzato.     Le reti di flussi informazionali riplasmano la società contemporanea operando almeno a tre livelli.

Rivoluzione digitale e società della conoscenza

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    Negli ultimi trent'anni (specie nell'ultimo decennio), lo sviluppo dell'informatica e delle nuove tecnologie di comunicazione digitale ha interessato ogni campo dell'attività umana. Analizziamo pertanto l'entità del processo in atto, per comprendere che molto probabilmente la rivoluzione digitale in corso possa essere paragonata ad eventi chiave per la storia dell'umanità (come ad esempio l'invenzione della scrittura).

Evoluzione umana a rischio

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    Nonostante la quantità di notizie prodotte negli ultimi vent’anni sia aumentata tantissimo, non si è arrivati ad un aumento della conoscenza: lo spettatore televisivo è incessantemente bombardato da informazioni che si accavallano e si sovrappongono, che rispondono ad una strategia editoriale fondata esclusivamente sul raggiungimento del maggior numero di spettatori. In questo modo noi siamo ‘informati’ di più, ma sappiamo di meno.     Interessante quanto allarmante è la tesi esposta da Giovanni Sartori nel suo libro Homo videns , secondo il quale, nel momento in cui si passa dall’ homo sapiens (prodotto dalla cultura scritta) all’ homo videns (frutto della civiltà dell’immagine), si assiste ad un impoverimento dell’apparato culturale e cognitivo:

Il telegiornale ideale

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   Ieri ho descritto la situazione attuale circa il telegiornale italiano. Oggi vi propongo una riflessione su come il telegiornale dovrebbe evolvere, affinché sia sempre uno strumento di informazione efficace ed efficiente. Le nuove tecnologie     Lo sviluppo delle nuove tecnologie consente di illuminare agevolmente tutti gli angoli del pianeta: non per caso l’esplosione delle bombe nella metropolitana di Londra è stata registrata da semplici telefoni cellulari.

Com'è fatto un telegiornale

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Il quadro     L’informazione è parte di un sistema vasto, dominato da regole di mercato . L’obiettivo dichiarato è incrementare l’audience, al fine di aumentare la raccolta pubblicitaria. E l’informazione precisa, puntuale, coraggiosa ed intelligente sulla mafia non “si vende” bene.     Intorno alla metà degli anni ’90 venne consolidandosi l’attuale scenario televisivo: Rai da una parte e Fininvest (oggi Mediaset) dall’altra. Ne scaturì una sorta di concorrenza tra i canali privati e il servizio pubblico.     Il risultato di questo sistema fortemente condizionato dal “pensiero unico” del consumo e dell’accumulazione di denaro è una evidente deriva qualitativa dell’informazione. Come è fatto un TG

Apple e la ricerca della perfezione

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    Steve Jobs è ossessionato dai dettagli, è un perfezionista maniaco e rompiscatole. La filosofia senza compromessi di Steve Jobs ha saputo ispirare alla Apple un modello di approccio unico nello sviluppo dei prodotti. In ogni occasione l’iCEO manifesta una straordinaria cura per i dettagli, che consente alla Apple di sfornare dispositivi di raffinata fattura, proprio degni di un artigiano: ciò è dimostrato ad esempio dal fatto che Apple ha vinto numerosi premi per il design dei suoi prodotti.     L’aspirazione di Jobs all’eccellenza è il segreto del grande design della casa della mela: per lui “design” non significa aspetto esteriore, non riguarda il colore o il dettaglio di stile, bensì “design” significa come il prodotto funziona, significa funzionalità, non aspetto.     Nel 1996, durante un’intervista a Wired , Jobs spiegò:

Fiuggi: festival del cinema formato famiglia

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La famiglia è il pubblico più importante per chi fa cinema e tv, sotto l’aspetto economico ma anche dal punto di vista morale.    Queste le parole di Maurizio Nichetti (regista), pronunciate durante la cerimonia di inaugurazione della terza edizione del Fiuggi Family Festival , che illustrano in modo chiaro e disarmante la necessità dell’esistenza di una kermesse come quella che si è presentata fino al 31 luglio nella cittadina termale della Ciociaria. 

Roger Ebert: perché odio il 3D e dovresti anche tu

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Roger Ebert - I'm not opposed to 3D as an option. I'm opposed to it as a way of life.    L’ultima volta che vi ho parlato del 3D nel cinema è stata in occasione di Avatar . Recentemente, uno dei più grandi critici cinematografici internazionali, Roger Ebert , ha dichiarato che la visione tridimensionale non aggiungerebbe nessun elemento essenziale e significativo alla visione.

Steve Jobs, lettera su Flash e Adobe

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Da quando esiste iPhone, una delle critiche mosse ad Apple è la mancanza del supporto a Flash in Safari: siccome io (come altri) sono per l’estinzione della tecnologia Flash, faccio parlare qualcuno più illustre del sottoscritto a proposito, ovvero Steve Jobs ! Il padrone di casa Apple ha messo nero su bianco, in una lettera sul suo sito , le motivazioni per cui Apple non intende portare Flash su iPhone. Vi riporto la traduzione della lettera integrale. -

Steve Jobs, lettera su musica e DRM

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Immagino un mondo senza DRM , Steve Jobs 6 febbraio 2007, è il cuore della lettera aperta che il CEO Apple scrisse in seguito alle numerose critiche sui DRM e sulla gestione della musica. -

Avatar e il 3D mancato

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    Si trovano recensioni di ogni tipo, la mia vuole essere abbastanza critica, specie in relazione al fatto che ciò che si vuole narrare finisce sempre in secondo piano. A proposito di Avatar si è detto di tutto in senso positivo, invece, di particolare, che manda in depressione e che può uccidere .     Per parlare in generale di un film, in questo caso di Avatar , occorre trattare varie questioni separatamente.

Informatica del Vecchio Mondo e informatica del Nuovo Mondo

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Introduzione - Nel marasma di internet, ho trovato un’interessante riflessione di Steven Frank tradotta in italiano da Riccardo Mori circa iPad e in generale il mondo dell’informatica e la sua evoluzione. Il fulcro di questo articolo è rappresentato dal ruolo che dispositivi come iPhone, iPod touch e ora iPad, possano avere sull’evoluzione dell’informatica personale negli anni a venire. Badate bene, Vecchio Mondo non è da considerare negativo e Nuovo Mondo positivo, sono due fasi e, come sempre, ci sono lati positivi e negativi dell’una e lati positivi e negativi dell’altra. Come immagine d’apertura, ho scelto un riferimento allo spot realizzato per il lancio del Macintosh, 1984, perché rende proprio l’idea del contrasto fra vecchio e nuovo. Fine dell’introduzione, perché l’articolo è lungo, ma, nonostante questo, vale veramente la pena di leggerlo. -  Devo parlarvi di computer. L’annuncio di iPad ha avuto un certo impatto su di me, è stato qualcosa di simile all’effett