Apple e la ricerca della perfezione


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    Steve Jobs è ossessionato dai dettagli, è un perfezionista maniaco e rompiscatole. La filosofia senza compromessi di Steve Jobs ha saputo ispirare alla Apple un modello di approccio unico nello sviluppo dei prodotti. In ogni occasione l’iCEO manifesta una straordinaria cura per i dettagli, che consente alla Apple di sfornare dispositivi di raffinata fattura, proprio degni di un artigiano: ciò è dimostrato ad esempio dal fatto che Apple ha vinto numerosi premi per il design dei suoi prodotti.

    L’aspirazione di Jobs all’eccellenza è il segreto del grande design della casa della mela: per lui “design” non significa aspetto esteriore, non riguarda il colore o il dettaglio di stile, bensì “design” significa come il prodotto funziona, significa funzionalità, non aspetto.

    Nel 1996, durante un’intervista a Wired, Jobs spiegò:


Quello del design è uno strano universo. Alcuni pensano che il design si occupi soltanto dell’aspetto esteriore. Ma naturalmente, se si va a scavare più a fondo, si scopre che si occupa di come un prodotto funziona. Il design dell’iMac non era soltanto nel suo aspetto esteriore, anche se quello ne rappresentava una parte. Stava soprattutto nel modo in cui funzionava. Per progettare davvero bene una cosa, bisogna capirla. Bisogna afferrare davvero di cosa si tratta. Capire in profondità una cosa comporta un impegno costante e appassionato: bisogna assaporarla lentamente, non limitarsi ad ingoiarla in un boccone. E molte persone non si prendono il tempo necessario per farlo.

    Come ha detto lo scultore rumeno Constantin Brancusi, “la semplicità è la complessità risolta”. Il primo Macintosh richiese tre anni di sviluppo, di durissimo lavoro. Non fu prodotto seguendo la frenetica tabella di marcia tipica di molti prodotti tecnologici, il progetto fu sottoposto a diverse modifiche. Ogni dettaglio (dal tono di beige del suo case, ai simboli sulla tastiera) venne valutato nei minimi particolari e riconsiderato più e più volte finché non sembrò soddisfacente.

    Quando si prende in considerazione un problema e questo sembra estremamente facile da risolvere, vuol dire che non si è capita veramente la sua complessità.

disse Jobs agli sviluppatori del Macintosh nel 1983. 

Quando poi si riconsidera il problema, allora si capisce quanto sia complesso e si adottano delle soluzioni contorte. E’ qui che di solito la gente si ferma e la soluzione sembra funzionare, almeno per un po’. Ma le persone veramente in gamba vanno avanti fino a scoprire il principio sottostante al problema e a trovare una soluzione elegante capace di funzionare ad ogni livello. Questo è quello che abbiamo voluto fare noi col Mac.

    Dalle parole di Jobs (non propriamente recenti) e da queste considerazioni, è facile capire ad esempio per quale motivo abbiamo atteso tanto per avere il copia-incolla sui dispositivi con iOS, una fotocamera migliore nell’iPhone, perché ancora non abbiamo una vera e propria condivisione di file via bluetooth... Molto probabilmente ciò che i cervelloni della Apple stanno facendo è trovare una soluzione elegante a questa necessità, proprio come lo è stato col copia-incolla.

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