Google e futuro: appunti dall'#HangoutGT

Ieri ho partecipato ad un Hangout su Google+: Giogio Taverniti ci ha spiegato alcune cose interessanti su Google... Ho riordinato gli appunti e ve li ripropongo qui sotto. In fondo ho inserito anche il video a YouTube.

Hashtag ufficiale: #HangoutGT




Penguin

Il focus è l'anchor text: a Google Penguin non interessa dove viene inserito un link, ma il fatto di avere oppure no l'ancor text esatto, ovvero, quando abbiamo tanti link in entrata con lo stesso anchor text (link con ancor text esatti appunto), a Google cominciano a suonare alcuni campanelli d'allarme, per cui parte un'analisi approfondita. Dove Google Penguin si concentrerà in futuro? Su footer, sulla sidebar, sui siti di scambio link. Quindi, se abbiamo fatto un buon lavoro, se ci siamo fatti linkare in modo spontaneo, non avremo alcun problema. Se invece abbiamo fatto una campagna di link bilding aggressiva in cui abbiamo iniziato a fare spam e a linkarci con anchor text sempre preciso, è il caso di preoccuparsi. 


Article Marketing

Questa pratica è nata per rendere una persona autorevole in un determinato settore. Ma per cosa viene utilizzato (soprattutto in Italia)? Per far salire un sito nelle ricerche di Google con una chiave specifica: ciò rappresenta un errore di fondo importante. In questa tecnica occorre tenere in considerazione tre aspetti:
     1. non utilizzare anchor text che non sia o il nome del brand o il nome del dominio;
     2. non utilizzare lo stesso autore per parlare di tante cose: per creare una persona autorevole in un determinato settore è impossibile parlare di tanti argomenti (proprio per lo scopo per cui è nato l'Article Marketing);
    3. non divulgare uno stesso articolo in più siti: se un articolo è di qualità non c'è bisogno di inserirlo in tanti siti.
Pertanto che fare? 
     1. Firmarsi col nome del dominio inserendo il link solo a fine articolo;
     2. puntare su articoli di qualità, cercando di diventare autorevoli in un determinato settore;
     3. non usare dei siti di article marketing, ma cercare delle partnership per pubblicare articoli in siti con un seguito, con un pubblico che segue quel sito perché vuole quei contenuti, si "deve" pubblicare per farsi leggere (pertanto, se voglio pubblicare qualcosa sulla SEO non mi trovo un sito di article marketing, ma mi trovo il blog su cui andrò a fare un guest post che abbia un contenuto di qualità per essere letto).


Infografiche e Widget 

Google non cerca mai di penalizzare una risorsa, ma un abuso che noi facciamo della risorsa: non bisogna inserire dei link a siti non a tema e non bisogna inserire link con anchor text precisi, esatti, con scopi SEO. 


Siti mobile

Google vuole offrire all'utente l'esperienza utente migliore: quando ci si connette da un tablet o da uno smartphone e si fa una ricerca su Google, se il mio sito è configurato male e l'utente (da mobile) non lo vede bene, allora il mio sito molto probabilmente verrà penalizzato nelle SERP di Google. Discorso analogo per la velocità: i siti che sono lenti hanno una penalizzazione nelle SERP da mobile.


Rank basato sugli autori 

Google sta facendo un grande studio sugli autori: in futuro si arriverà ad avere fra i primi risultati, per certe chiavi di ricerca, articoli scritti da autori validi. Google sicuramente andrà ad analizzare tutti i profili dei social network, a partire da Google+: nella scheda informazioni è possibile connettersi ad altri profili, forum, social network, meglio non indicare i profili su cui scriviamo ogni tanto o che non curiamo, ma diamo a Google solo i migliori, perché è da lì che poi parte Google per fare un'analisi basata sugli autori. Oggi non esiste niente basato sul ranking, ma un grande studio di Google sugli autori relativamente ai temi: gli articoli che pubblico oggi non hanno un ranking autore, ma, se soggetti a condivisioni e interazioni, questi assumono nel tempo un valore per l'autore. La media di tutti i contributi che creeremo nella rete andrà ad influenzare la nostra "autorevolezza". Consigli: focalizzarsi su temi specifici e su contenuti di qualità.


Social Search 

Google s Google Local: cosa devono fare le aziende? - Google Social Search: è nata per dare la possibilità di cercare all'interno dei contenuti generati dai propri amici, offrendo agli utenti una ricerca più rilevante. Se una persona sta cercando qualcosa, perché non mostrarle i contenuti che i suoi amici hanno apprezzato sui social network? Per identificare questi contenuti, Google ha "inventato" le cerchie: ognuno di noi nella rete Google ha una cerchia di persone. Su Google+ segnaliamo a Google tutti i nostri profili sui social network attraverso la scheda Informazioni, in questo modo Google prende i dati pubblici su questi social network e comincia a leggere tutte le persone che seguiamo. Ad esempio io ho questo account di Twitter @GioSaccone, lo indico nella scheda informazioni sul mio profilo Google+, Google legge tutte le persone che io seguo e così queste persone entrano a fare parte del primo livello della mia cerchia. Analogamente, tutte le persone che a mia volta aggiungo su Google+ entrano al primo livello della mia cerchia. Quindi tutto ciò che seguo nella rete viene inserito nel primo livello della social circle. Se ad esempio seguo Anna Covone su Google+, Anna Covone entra nel mio primo livello: in questo modo se lei ha pubblicato qualcosa, ho ha fatto +1 su un post o su un sito, questo contenuto potrebbe essermi evidenziato quando andrò ad eseguire una ricerca su Google. Se poi Anna Covone segue Ciro Carrino, allora anche Ciro Carrino entra nel mio social circle, ma al secondo livello. Quindi una persona che segue mille persone ha un primo livello di mille utenti, per cui, quando cerca qualcosa, Google pesca da queste mille persone. Altra faccia della medaglia: se il mio account è inserito nelle cerchie di ottomila persone, io potenzialmente posso influenzare le ricerche di ottomila persone.


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